Fin dalle poca dell’Impero, la comunità ebraica di Roma era molto numerosa, ben inserita e dedita prevalentemente al commercio, tuttavia l’avvento del protestantesimo causò un progressivo irrigidimento della Chiesa Cattolica verso gli altri culti, così nel 1555 Papa Paolo IV (Giovanni Pietro Carafa) decise di colpire pesantemente gli Ebrei.
Nella bolla “Cum nimis absurdum”, infatti, veniva istituito l’obbligo per i Giudei di indossare indumenti, scialle per le donne e cappello per gli uomini, che li rendessero riconoscibili, venne vietato loro di possedere qualsiasi immobile e dovettero trasferirsi in una zona delimitata.
Il ghetto, chiamato allora Recinto degli Hebrei, copriva una superficie totale di circa tre ettari, tra la zona dell’allora Piazza Giudea, la chiesa di Santa Maria del Pianto e la riva del Tevere presso l’Isola Tiberina.
Venne anche vietato agli Ebrei di praticare qualsiasi lavoro, tranne lo straccivendolo, che portò molti a diventare sarti, ed il falegname.
Il Ghetto di Roma venne allargato nel corso dei secoli e le porte che lo delimitavano passarono da due a cinque, infine, dopo alcune parentesi durante la conquista di Napoleone e l’avvento della Repubblica Romana, cessò definitivamente di esistere con la presa di Roma nel Regno d’Italia.
Re Vittorio Emanuele II, infatti, concesse la cittadinanza italiana agli ebrei ed ordinò che il Ghetto venisse abbattuto e ricostruito.
La Comunità Ebraica decise allora di costruire una nuova Sinagoga, vicino ai simboli del nuovo Stato, il Campidoglio, ed il monte Gianicolo.
A causa delle pessime condizioni di molte case, gran parte del Ghetto di Roma venne abbattuta, tuttavia rimangono ancora molti luoghi ricchi di storia, come le Cappelle per le “prediche coatte“, cui gli Ebrei dovevano partecipare ogni sabato (secondo la tradizione si tappavano le orecchie con la cera per non sentirle).
Qualche ristorante offre ancora l’antica cucina giudaico-romanesca, che univa le pietanze tipiche ebraiche con ricette romane, come i gustosissimi carciofi alla giudìa ed il brodo di pesce.
La zona del Ghetto di Roma offre molti luoghi incantevoli da visitare, come il Portico d’Ottavia, costruito nel II secolo a.C. e teatro delle famigerate prediche dei gesuiti, il Teatro di Marcello, terminato da Augusto nell’11a.C., e la fontana delle Tartarughe, costruita nel ‘500 da Giacomo della Porta in una sola notte. Almeno così dice la leggenda secondo cui il duca Mattei voleva impressionare l’amata.