Restano solo due settimane per ammirare il capolavoro del Caravaggio, “Resurrezione di Lazzaro”, esposto a Palazzo Braschi fino al 15 luglio.
Il quadro era arrivato a Roma per un urgente opera di restauro presso l’Iscr, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, ma presto tornerà nel Museo regionale di Messina.
Il Caravaggio dipinse la “Resurrezione di Lazzaro” dopo il suo arrivo a Messina nel dicembre del 1608, l’artista, inseguito dai sicari, era fuggito da Malta e stava cercando di raccogliere velocemente del denaro per rifugiarsi a Roma, dove sperava di ottenere il perdono del Papa.
Il mercante genovese Giovan Battista dè Lazzari gli commissionò un dipinto raffigurante la Madonna e san Giovanni Battista per decorare la sua cappella nella chiesa dei Crociferi di San Camilo De Lellis.
Per la fretta di terminare l’opera Caravaggio utilizzò un fondo scuro e colori poveri, realizzati con materiali locali. Il risultato, tuttavia è stupefacente, l’interno di una chiesa è appena accennato sullo sfondo, su cui troneggia un gruppo animato e concitato: Lazzaro risorto, Cristo e la folla di spettatori turbata e spaventata.
I restauri hanno rivelato che Caravaggio utilizzò pigmenti locali su base di calcite, inoltre la base del dipinto era formata da sei pezze di canapa cucite insieme. La parte bassa della resurrezione sembra essere un’aggiunta, dovuta forse ad una modifica delle dimensioni della cappella.