Ponte Milvio oggi è conosciuto soprattutto per i lucchetti degli innamorati, il pegno d’amore eterno che si scambiano i giovani innamorati, emulando il fascinoso protagonista del romanzo di Moccia.
I ragazzi forse non sanno che Ponte Milvio è tra i più antichi ponti romani, viene menzionato, infatti, già in un documento del 207 a.C., sebbene all’epoca dovesse essere ancora di legno.
Propri qui i Romani incontrarono i reduci dello scontro del Metauro, la battaglia che sancì la vittoria del console Nerone sull’esercito cartaginese di Asdrubale.
Il nome di Ponte Milvio deriva probabilmente dal magistrato Molvius, che potrebbe averne ordinato la costruzione, mentre nel 110 a.C. il console Marco Emilio Scauro sostituì la struttura in legno con una in pietra, di cui sono ancora visibili gli archi centrali.
La caduta dell’Impero Romano ed i periodi bui e turbolenti del medioevo fecero cadere in disuso il ponte, che subì danni ingenti. Solo nel 1429 Papa Martino V ingaggio Francesco da Genazzano perché lo restaurasse completamente.
Circa quattro secoli dopo, precisamente nel 1805, Papa Pio VII ordina all’architetto Giuseppe Valadier di rammodernare Ponte Milvio, così vennero ricostruite le arcate alle estremità ed in corrispondenza di quella nord fu costruita una torretta in stile neoclassico.
Con la costruzione del più moderno e funzionale il ponte Flaminio nel 1951, Ponte Milvio perse di importanza, così nel 1978 è diventato zona pedonale ed oggi la zona è ricca di locali e molto frequentata dai giovani.
Da dicembre 2011 il Comune di Roma, nell’ambito di un programma di riqualificazione dell’area, ha dichiarato guerra ai lucchetti degli innamorati ordinandone la rimozione.