L’Ottocento è stato un periodo molto fecondo per l’arte, dopo i rigori e la razionalità dell’Illuminismo, ritornò a dominare l’immaginazione e la fantasia.
Il secolo del Romanticismo amava le suggestioni provenienti da paesi lontani, le ambientazioni esotiche popolate da genti misteriose, passione che diede vita ad una corrente pittorica, descritta nella mostra “Gli Orientalisti. Incanti e scoperte nella pittura dell’Ottocento italiano”.
In quegli anni, infatti, l’Europa imparò a conoscere l’Oriente, grazie alla spedizione in Egitto di Napoleone, alle merci provenienti dall’India ed ai contatti sempre più frequenti con Cina e Giappone.
Gli Orientalisti dipingevano un mondo popolato da languide odalische che vivevano in opulenti harem, rappresentando così tutti quei desideri e sensazioni che nel rigoroso mondo occidentale non erano permesse.
La mostra sugli Orientalisti raccoglie un centinaio di opere di pittori italiani che rappresentarono questi mondi incantati. Alcuni, come Francesco Hayez, misero su tela le meraviglie delle terre arabe senza neppure mai lasciare Venezia, altri come Ippolito Caffi o Roberto Guastalla seguirono le carovane verso l’Editto e la Turchia.
La mostra “Gli Orientalisti. Incanti e scoperte nella pittura dell’Ottocento italiano” è visitabile a Palazzo Bramante fino al 22 gennaio 2012.