Passeggiando la serena tranquillità che pervade i viali ombrosi, le aiuole curate e gli spazi verdi, quasi non si direbbe di passeggiare per un camposanto, eppure non c’è niente di triste e cupo nel Cimitero Acattolico di Roma.
Chiamato anche cimitero degli inglesi o cimitero protestante, questo da secoli è il luogo di sepoltura che ha accolto tutti i non cattolici di Roma, quando le leggi antiche vietavano di inumare i fedeli di altre religioni all’interno delle mura.
Le tombe più antiche del cimitero acattolico di Roma appartengono a Langton, un giovane studente di Oxford morto nel 1738 cadendo da cavallo, e del venticinquenne George Werpup di Hannover, morto nel 1765, a soli 25 anni, in un incidente.
La necessità di creare un’ara apposita per seppellire gli stranieri nacque proprio a cavallo tra il ‘700 e l’800, quando la moda del Romanticismo spinse centinaia di giovani studenti ed artisti a venire a Roma da tutta Europa per conoscere l’arte antica, incuranti dei pericoli e della malaria che colpiva la città.
Semplici lapidi recanti iscrizioni in mille lingue diverse, statue e monumenti commemorativi decorano il cimitero acattolico di Roma, la cui parte più antica è delimitata da un prato verde e da un suggestivo filare di cipressi.
La Piramide Cestia, mausoleo costruito dall’omonimo pretore romano nel 12 a.C., completa l’atmosfera romantica del luogo.
Il cimitero acattolico di Roma riposano anche grandi personaggi come i poeti inglesi Percy Shelley e John Keats, le cui iniziali scritte sulla cui lapide sono l’inizio di una poesia.
Qui si trova anche la tomba del grande politico Antonio Gramsci e dello scrittore Dario Bellezza.