Il Cardinale Scipione Borghese fu una delle figure preminenti del XVII secolo, la sua influenza e potenza politica sono paragonabili solamente alla sua importanza per il mondo dell’arte.
Fu lui, infatti, a realizzare la Villa Borghese a Roma e a raccogliere la meravigliosa collezione d’arte antica e classica della famiglia.
Una raccolta di opere talmente bella che Napoleone, dopo aver conquistato Roma nel 1806, ne acquistò dal principe Camillo Borghese, che aveva sposato sua sorella Paolina, oltre cinquecento pezzi.
154 statue, 160 busti, 170 bassorilievi e 30 colonne, formano il fondo Borghese del Musée Napoléon, che diventerà pochi anni dopo il Museo del Louvre.
È falsa la leggenda secondo cui Napoleone avrebbe rubato le opere, in realtà il principe Borghese era sì riluttante all’idea di cedergli le opere, tuttavia ogni ritrosia sparì di pronte ai 13 milioni di franchi offerti, circa il doppio dell’effettivo valore dei pezzi.
L’attuale Louvre era all’epoca solo un giovane museo, inaugurato solo nel 1793, non disponeva di una grande collezione, perciò il fondo Borghese rappresentava una grande occasione di prestigio. Curiosamente, però, la maggior parte delle opere venne esposta solo dopo la caduta di Napoleone.
Finalmente, dopo quasi duecento anni, 60 opere della collezione saranno esposte alla Galleria Borghese, per un’eccezionale mostra dal titolo “I Borghese e l’antico”.
Fino al 9 aprile si potrà nuovamente ammirare alcune delle meravigliose opere come il Centauro cavalcato da Amore, il grande Vaso Borghese, le Tre Grazie, il Sileno e Bacco bambino e la Venere marina. Tra le statue più famose ricordiamo l’Ermafrodito dormiente, cui il giovane Bernini aveva aggiunto un materasso di pietra durante il restauro ed il Gladiatore.