Andy Warhol profetizzò che un giorno tutti sarebbero stati famosi per quindici minuti, una previsione incredibilmente corretta ed in anticipo sui tempi di molti fenomeni moderni, dall’avvento di internet ed i social network, fino all’evoluzione dei media.
La Galleria nazionale d’arte moderna ospita un’interessante mostra dedicata al rapporto tra Andy Warhol e i media: “Warhol: Headlines”, aperta fino al 9 settembre.
Warhol prima di tutti aveva compreso come un fatto, un avvenimento o qualsiasi notizia in realtà non esista finché la tv ed i giornali non la rendono tale.
Sono i titoli altisonanti e le immagini che rendono un fatto una notizia, ed il grande maestro della pop art ha analizzato molto volte questo meccanismo.
Questo rapporto tra Warhol ed i media ha portato ai famosi cicli di quadri che riproducevano pubblicità, beni di consumo (la famosa zuppa Campbell) e di personaggi celebri, come i ritratti di Marylin Monroe.
Oltre a queste celebri opere, però, Andy Warhol ha dedicato un’attenzione particolare al lato sensazionalistico dei media, creando molte opere partendo proprio da ritagli di giornale.
La mostra “WARHOL: HEADLINES” raccoglie circa ottanta opere, tra disegni, dipinti, fotografie, sculture e filmati per il cinema e la televisione, tutti accumunati dalla rielaborazione delle notizie da parte dell’artista.
Warhol tagliava immagini, titoli e testi per riassemblarli a suo piacimento, mostrando come fosse la volontà del giornalista di dare risalto o oscurare qualcosa a rendere noto un fatto.
La mostra “WARHOL: HEADLINES” è nata dalla collaborazione tra la National Gallery of Art di Washington, con The Andy Warhol Museum di Pittsburgh, la Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma e il Museum für Moderne Kunst di Frankfurt.